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Trento, 10 settembre 2005
UN “CONTRATTO” PER IL LAGO D’IDRO
ROBERTO BOMBARDA (VERDI) CHIEDE UN’INTESA SULLA VIGILANZA

di Giuliano Beltrami, da l’Adige di sabato 10 settembre 2005

Quante pagine sono state scritte nell´ultimo ventennio sui mali del lago d´Idro, il bacino naturale (fatto diventare artificiale dopo che le sue acque vengono catturate a fini agricoli) che separa Trentioo e Lombardia? Tante, tantissime, come del resto sulla viabilità, sull´utilizzo della montagna e sui temi grandi e piccoli che angustiano le zone di estrema periferia, dimenticate (come si dice da noi) da Dio e dagli uomini, perlomeno dagli uomini che contano.

Le ultime gocce d´inchiostro in ordine di tempo sono state versate dal consigliere provinciale Verde Roberto Bombarda, reduce da una manifestazione proprio sul lago d´Idro. È accaduto alcuni giorni fa ad Anfo, uno dei quattro comuni rivieraschi, dove ha fatto tappa la «Carovana delle Alpi» di Legambiente, l´associazione che sta portando in giro le bandiere nere da offrire a coloro che hanno peccato di mancanza di rispetto verso l´ambiente.

Erano in molti ad Anfo e si narra che lo scontro dialettico fra gli ambientalisti e la sindaca di Idro (la tionese d´origine Augusta Salvaterra) sia stato franco, per dirla con un eufemismo. Erano in molti a chiedere la collaborazione della Provincia autonoma di Trento in una situazione in cui la Regione Lombardia (il lago è praticamente su quel territorio, se si esclude la spiaggia a nord-est, a Baitoni) appare quantomeno disattenta ai problemi delle comunità locali e del loro amato bacino.

In effetti bisogna dire che se la Lombardia non tiene in alcun conto questo laghetto di 13 chilometri quadrati, nemmeno il Trentino se l´è mai scaldata troppo. Certo, c´è la lettera dell´assessore Silvano Grisenti in cui si intimava alla Regione di Formigoni di non agire senza sentire il parere trentino nella nomina del soggetto regolatore del lago. Lettera quantomai opportuna, visto che la vicepresidente Beccalossi aveva già pensato di affidare la regolazione del lago, ovvero il controllo sul numero di metri cubi da captare, agli agricoltori, i quali, più che controllare, hanno interesse a succhiare la maggiore quantità d´acqua possibile.

Dopo la lettera, però, non si è più mosso nulla. Prima non parliamone. C´è stato l´interesse della vicepresidente della Giunta, Margherita Cogo, la quale ha invitato sì le «donne del lago» a parlare del problema, ma il tutto pare essersi risolto con un pranzo, condito da bei discorsi e promesse di interessamento.

E ora? Dopo l´incontro di Anfo Bombarda ha stilato una mozione per il consiglio provinciale, per dire... Che si impegna la giunta provinciale «a promuovere tutte le azioni necessarie nei confronti della Regione Lombardia al fine di giungere al più presto all´intesa sulla costituzione del comitato istituzionale di controllo e vigilanza sull´attività del regolatore del lago».

Va detto che si tratta di un punto importante, sul quale fanno leva, in termini di speranza, i comuni rivieraschi: infatti, per il principio della coterritorialità, le decisioni non possono essere prese dalla Lombardia senza l´assenso del Trentino.

Procedendo con la mozione, Bombarda chiede alla giunta che proponga alla Lombardia «la sperimentazione di un contratto di lago che possa coinvolgere tutte le istituzioni, gli enti, le associazioni ed i comitati interessati alla tutela ed alla valorizzazione del lago d´Idro, sia sulle sponde lombarde che su quelle trentine». Ricerca e promozione turistica, infine, non mancano nelle richieste di Roberto Bombarda. Altre pagine scritte inutilmente? Tutti si augurano di no, ma è sufficiente l´auspicio?

     

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